L’esistenza di una Confraternita o Compagnia intitolata a San Galgano a Chiusdino, paese natale del Santo, è documentata fin dal 1348, ma lo storico locale Giulio Vincenzo Biagini, ammesso nella Compagnia nel 1659, più volte Priore o Cancelliere di essa, colloca l’istituzione della Compagnia di San Galgano nell’anno stesso della canonizzazione del Santo, il 1185; egli scrive infatti nel 1698 che la Confraternita fu eretta “…nel 1185 doppo la canonizzazione di San Galgano … il nostro collegio ottenne la casa di San Galgano da’ monaci per ridurla in chiesa …”
È possibile prestare fede a quanto scritto dal Biagini? Negli atti del processo di canonizzazione di San Galgano del 1185, compaiono le testimonianze di almeno tre persone che affermano che per ringraziare il santo della guarigione ottenuta in virtù della sua intercessione, erano rimasti temporaneamente “ad servitium eius”essi sono Andreas de Mulutiano, il quale “longo tempore ibi (ad sepulchrum beati Galgani) servivit”, Iohannes de Montepultiano, che promise al Santo “per annum se permansurum ad servitium eius,” se lo avesse guarito ed “ita post mensem integre liberatus ad servitium ipsius loci usque ad condictum terminum fideliter permansit”, ed infine Atho de Montepultiano che, afflitto da una paralisi agli arti inferiori “se ipsi vovit promictens quod si eum liberaret per annum staret ad servitium eius”. Sono le testimonianze nona, decima e dodicesima. E forse ad essi andrebbe aggiunto il figlio di Girardinus Bimdi, che “vovit se Deo et Beato Galgano”.
Possiamo ipotizzare che da queste persone o da persone come queste sia nata la Compagnia.
Nella Casa di San Galgano i Confratelli costruirono due cappelle: una “Cappella di sotto”, con l’ingresso dall’attuale Via della Cappella, ed una in una delle sale dei piani superiori, detta “Cappella di sopra”.
La Compagnia si componeva originariamente solo di dodici confratelli: “li Signori Dodici di Collegio”, o “Collegiali”, cui si aggiungeva un numero variabile di postulanti o “Soprannumerari”.
Nel 1651 poiché alla Compagnia, composta solamente da dodici confratelli, risultava difficile la gestione delle due chiese, su proposta del Priore Francesco Maria Politi, fu deliberata la cessione di una delle due cappelle ad un’altra confraternita all’uopo istituita, la “Congregazione delli Settantadue”, sotto l’invocazione dell’Immacolata Concezione e di San Galgano, appunto. La Congregazione dei Settantadue fu approvata dall’Autorità Ecclesiastica con apposito Breve, il 13 Gennaio 1677, tuttavia essa ebbe, per così dire, una sovranità limitata, dipendendo dal più antico Collegio, prova ne è che proprio alla fine del secolo il Priore diventa “Priore Generale”, di tutto un complesso sistema di aggregazioni.
Nel 1670 e poi nel 1681 il Priore Francesco Maria Politi promosse il restauro della casa natale di San Galgano.
Nel 1682 il nuovo Priore Giulio Vincenzo Biagini propose ai confratelli l’elezione di un “principe protettore”, che indicò nella persona del Cardinale Francesco Maria de’ Medici, fratello del granduca Cosimo III di Toscana ed all’epoca Abate Commendatario di San Galgano.
Nei primi giorni di Maggio del 1682 il Marchese de’ Cerchi, segretario del Cardinale, comunicava che il cardinale “…molto volentieri doppo haver lodato assai la lor pietà si è risoluta di accogliere (la Confraternita di San Galgano) sotto la sua benigna e stimabil Protettione”.
Il cardinale Medici autorizzò la Confraternita a fregiarsi del titolo di “Inclita ed Insigne” ed a “timbrare” lo stemma del sodalizio (La spada infissa nella roccia) con la corona granducale di Toscana, cioè a porre l’immagine della corona sull’orlo superiore dello stemma. La corona granducale di Toscana si distingueva da quelle degli altri sovrani perché aveva al suo centro, fra le tradizionali punte, il giglio fiorentino.
Nel 1683 fu deliberata l’ammissione delle donne: il Collegio istituì due congregazioni femminili, una “per la Terra”, cioè per il paese ed i dintorni, e “l’altra foranea”. Ciascuna congregazione si sarebbe composta di sessanta donne, a loro volta raggruppate in cinque “ordini” di dodici consorelle ciascuno, intitolati rispettivamente a Gesù, a Maria, a San Galgano, a San Michele Arcangelo, ai Santi Dodici Apostoli. Il ruolo delle donne tuttavia era esclusivamente “di fare la cerca per la Terra”, senza avere “voce alcuna in consiglio alcuno, ne dominio alcuno”. La Priora e la camerlenga della Congregazione “terriera” erano nominate dal Priore Generale della Compagnia “nella solita elettione degli Officiali”; alla congregazione “foranea” non era consentito avere “offitiale alcuno”.
Il limite al numero dei Soprannumerari, che inizialmente era stato posto a sei, lungo i secoli era stato più volte superato e nel 1684 fu definitivamente abolito. Ai Soprannumerari fu concessa la facoltà di godere di “tutta la medesima voce attiva e passiva, solamente escluso il titolo del numero de Dodici” .
Nel 1699 fu deliberata una “perpetua unione, lega, confederazione et unione tra la Pieve di questa terra di Chiusdino da una, ed il suddetto nostro Collegio dall’altra”, che concesse al Pievano (poi Proposto) di Chiusdino dell’epoca “et ogni Pievano per i tempi successore”, di essere “ascritto, et ammesso al collegio suddetto e perciò” di godere “tutte le prerogative, e facoltà, voce attiva, e passiva, che godono, e per i tempi godessero l’altri di Collegio” e di essere “Primo, e perpetuo correttore del suddetto Collegio”. È interessante notare che alla Compagnia venne, in questo accordo, riconosciuta la preminenza sulle altre confraternite locali.
Nel XVI secolo e fin quasi alla fine del XVIII secolo la Compagnia di San Galgano risulta proprietaria di alcuni beni immobili nei dintorni di Chiusdino.
Il Biagini, in una interessantissima “Memoria e descrizzione delle Funzioni solite delle Tre Compagnie di Chiusdino” (quella di San Galgano, quella di San Sebastiano e quella del Corpus Domini), enumera gli obblighi spirituali della Compagnia:
una processione annuale a Montesiepi il Lunedì di Pasqua;
una processione annuale il Venerdì Santo;
una funzione (presumibilmente l’Ufficio dei Defunti) tutte le sere di Quaresima;
una processione annuale per la festa della Natività di Maria l’8 Settembre;
la festa di San Galgano il 3 Dicembre;
una processione ogni ultima domenica del mese (trasferita nel 1577 dalla prima domenica);
una processione la quarta domenica dopo Pasqua con un pezzo della “Pietra dell’Unzione” proveniente dal Santo Sepolcro;
la benedizione del pane, ogni anno, la mattina del Giovedì Santo;
la festa della Conversione di San Paolo il 25 Gennaio “con due Vespri, messe, Text Box: Il Cardinale Carlo Bichi, confratello di soprannumero dell’Inclita ed Insigne Confraternita di San Galgano.messa cantata, offizio e messe il giorno seguente con quattro sacerdoti. legato del Ciavattini”;
ed infine “messe due l’anno, legato del Fabianelli”.
Di tutti questi obblighi spirituali, oggi non restano alla Compagnia che la Festa di San Galgano il 3 Dicembre, la distribuzione del pane benedetto il Giovedì Santo e la processione annuale il Lunedì di Pasqua a Montesiepi.
La celebrazione dei Santi nei giorni della settimana “in albis” possiamo farla risalire all’osservanza scrupolosa delle disposizioni del Quarto Concilio Lateranense, del 1215, che aveva imposto l’obbligo della Confessione e della Comunione pasquali con il canone “Omnis utriusque sexus”. Il Concilio di Trento confermò queste disposizioni. L’organizzazione di questi devoti pellegrinaggi, solitamente verso luoghi di culto tenuti da comunità religiose, aveva lo scopo di mettere a disposizione dei fedeli un ampio numero di chierici per le Confessioni, in modo da consentire al maggior numero di persone il soddisfacimento del precetto pasquale.
Importantissima era ritenuta poi la partecipazione alla grandi processioni che si svolgevano a Siena per l’ostensione della Sacra Testa di San Galgano. La Compagnia fu sempre presente a questi eventi, quando si verificarono nel 1581, nel 1649, nel 1694, nel 1742, nel 1780, nel 1846. L’ultima volta fu nel 1981.
L’importanza della confraternita di San Galgano nel Seicento e nella prima metà del Settecento può essere rilevata sia dall’alto numero di confratelli, anche residenti al di fuori di Chiusdino, sia dal fatto che vi si ascrissero molti illustri personaggi: oltre al citato Cardinale Francesco Maria de’ Medici, il Cardinale Carlo Bichi, Monsignor Cesare Ugolini, Vescovo di Grosseto, Monsignor Ottavio del Rosso, Vescovo di Volterra, il Nobile Francesco Maria Sergrifi, Auditore dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano.
Il 22 Marzo 1785 il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo I di Lorena-Asburgo sancì la soppressione delle numerose confraternite presenti nel suo Stato, sostituendole con le “Compagnie di Carità”. Anche la Compagnia di San Galgano sembra compresa tra quelle soppresse, per il fatto stesso che le sue carte più antiche sono depositate nell’Archivio di Stato di Firenze nella sezione delle compagnie religiose soppresse da Pietro Leopoldo, ma è pur vero che i confratelli continuarono la loro attività, infatti nell’archivio della Compagnia a Chiusdino esistono ancora i registri delle adunanze o quelli delle entrate ed uscite del sodalizio ed essi sono regolarmente compilati senza soluzione di continuità fra il 1785 e gli anni immediatamente successivi, dimostrando in tal modo l’attività ininterrotta di questa antica istituzione.
Il Primo di Settembre del 1799 avvenne la ricostituzione ufficiale anche della Compagnia di San Galgano.
In questa ottica di contestazione più o meno palese delle riforme attuate dal Granduca Pietro Leopoldo I e di resistenza ad esse, si inserisce anche l’istituzione, da parte della Compagnia di San Galgano, delle feste triennali in onore della Madonna delle Grazie, la cui prima memoria risale al 1794.Anni ancora difficili tuttavia si preparavano per la Compagnia.
Con l’occupazione napoleonica della Toscana e quindi di Chiusdino, infatti, non solo la Casa natale di San Galgano fu profanata (gli occupanti francesi vi stabilirono il loro quartiere) ed i beni di essa furono alienati a privati. Fu allora che la Compagnia si trasferì nella vicina chiesa della soppressa confraternita di San Sebastiano dove ancor oggi ha sede e la Casa Natale di San Galgano fu in parte adibita a caserma ed a carcere ed in parte venduto. Solo nel 1899, compiendosi il primo secolo dalla ricostituzione ufficiale della Compagnia, il Governatore Piero Masserizzi ottenne dal Comune di Chiusdino la cessione dell’Oratorio “di sotto”, obbligandosi con i Confratelli a promuoverne il recupero e ad assicurare il trasporto funebre gratuito delle persone “miserabili” appartenenti alla cura della Prepositura di San Michele Arcangelo in Chiusdino.
Fra il 1898 ed il 1901, il Governatore Masserizzi promosse ed attuò il restauro dell’oratorio di San Sebastiano, patrocinò nuovi studi biografici sul Santo che culminarono nella pubblicazione della “Vita di San Galgano” scritta dal chiusdinese Giuseppe Seniori – Costantini, nel 1903.
Nell’aprile del 1915, la Compagnia promosse una nuova campagna di scavi nell’eremo di Montesiepi con l’intento di recuperare il corpo di San Galgano.
I lavori di scavo furono iniziati “fra l’altare ed il fonte battesimale che trovasi al centro della Cappella; avuti risultati infruttuosi, scavarono dietro l’altare; avuto anche da questo scavo esito negativo, proseguirono le ricerche nel centro della Cappella, intorno al masso ove trovasi infissa la spada del Santo … Fu rinvenuta una piccola urna a guisa di scatola rettangolare, in piombo, con uno dei lati asportato e con entro una piastra, pure rettangolare … con sovra scritto ‘Ossa et memorie Sancti Galgani’ … Continuati i lavori sino a sera a ora tarda non si trovò che frammenti di pietre lavorate e terra smossa”.
In quest’ottica vanno anche lette le ripetute istanze rivolte dalla Compagnia all’Archidiocesi di Siena per ottenere la “restituzione” della Sacra Testa di San Galgano.
La preziosa reliquia era stata trasferita a Siena nel corso del XV secolo. Sappiamo infatti che nel 1364, ‘65 e ‘66 l’Abbazia di San Galgano fu assediata dalle soldataglie di Giovanni Acuto e da quelle di Ambrogio Visconti. Nel 1380 perdurando queste aggressioni, l’Abate Ludovico di Tano si rivolse al Governo di Siena affinché difendesse il monastero. Poco più di vent’anni dopo, il Governo della Repubblica ordinò a Giacomo, Priore dell’Abbazia, di trasferire nella Chiesa dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena le reliquie di San Galgano per riportarle poi nell’Abbazia quando fossero tornati tempi migliori. La Sacra Testa fu trattenuta a Siena, senz’altro dagli stessi monaci, dapprima nel Monastero della Maddalena, di proprietà dell’Abbazia di San Galgano e poi in quello di Santa Maria degli Angeli.
Il 24 Aprile 1977 i chiusdinesi ricevettero finalmente l’ambita reliquia dalle mani dell’Arcivescovo Monsignor Mario Ismaele Castellano. Il ritorno della Sacra Testa nella terra natale del Santo fu celebrato con grandi festeggiamenti presieduti dall’Arcivescovo di Siena Monsignor Castellano, dal Vescovo di Volterra Monsignor Roberto Carniello, dall’Abate di Monte Oliveto Maggiore dom Angelo Sabatini. Erano presenti anche autorità politiche, ovviamente il Sindaco di Chiusdino, Mario Govi, ma anche quello di Siena, Canzio Vannini; l’onorevole Edoardo Speranza, Sottosegretario al Ministero della Difesa, intervenne in rappresentanza del Governo della Repubblica Italiana.
Nel 1993 fu iniziato ed in breve terminato il restauro della Chiesa di San Sebastiano, della Compagnia di San Galgano che il 13 Giugno 1993, solennità del Corpus Domini, il Cardinale Silvio Oddi poté restituire al culto alla presenza dei Confratelli e delle Consorelle al colmo dell’entusiasmo.OddiL’Inclito ed Insigne Collegio di Gesù Cristo, Maria Santissima e San Galgano, detto per brevità la Compagnia di San Galgano, che ha scritto belle pagine nella storia della pietà e della carità a Chiusdino, prosegue dunque ancor oggi la sua attività, legata soprattutto all’incremento del culto del Santo patrono, ma anche ad iniziative di beneficenza, come quella a favore dei profughi albanesi o dei terremotati dell’Umbria e delle Marche, quest’ultima in collaborazione con la Confraternita di Misericordia di Siena, con la Charitas Diocesana e con il C.I.S.O.M., Centro Italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta.
Le notizie sono state tratte da:
A. CONTI, La Confraternita di San Galgano di Chiusdino, Cantagalli, Siena, 2003.
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