Pellegrinaggio alla Sacra Sindone con gli amici di Staggia Senese (Bollettino 2/2010)

sindone2Eccomi qua, Signore Gesù, prostrata davanti alla Sacra Sindone che mi chiedo: “cosa abbiamo fatto? Come abbiamo potuto ridurti così?”

Siamo partiti a notte fonda, sveglia alle 2,30 del mattino poi via a Staggia Senese. La piazza antistante la chiesa della Santissima Annunziata si riempiva man mano di facce così assonate da sembrare tanti punti interrogativi. Più arrivava gente più la piazza diventava viva, sempre più allegra, gioiosa, perfino eccitata per la grande avventura che ci aspettava.

Tanti gli amici dei campi scuola, degli esercizi spirituali, del Centro Amici del Timone di Staggia, tanta gente di tutte le età. Bambini, ragazzi, giovani e meno giovani. Abbiamo riempito ben due pullman!

Alle 4 del mattino partiamo alla volta di Torino e… appena seduta io sono crollata dormendo profondamente per due o tre ore!

Poi, man mano che il sole faceva capolino, le mie cellule hanno cominciato e riprendere vita.

E’ stato allora che mi sono resa conto che il pullman si era animato, chi ascoltava musica, chi parlava con il vicino di posto e io… cominciavo a sentire la fame! Eh sì, era ora di colazione ma… con la simpatia di sempre don Stefano ci ha ricordato che all’alba di un nuovo giorno è sempre bello ringraziare il Signore. E quale modo migliore se non le Lodi mattutine?

È davvero strano, svegliarsi la mattina su un pullman pieno e… per prima cosa lodare il Signore! Strano… ma chissà come, chissà perché, la giornata acquista un sapore diverso, più dolce, più pieno.

Oh, finalmente l’autogrill!!! COLAZIONEEEE!!!!

Dopo la sosta, calmati gli appetiti, siamo ripartiti ed abbiamo proseguito guardando un DVD sulla Sindone. Mi ha colpito molto e devo dire che è stato davvero interessante. Ma quante cose non sapevo! Quante sciocchezze avevo sentito raccontare!

Siamo arrivati a Torino e, radunati all’ingresso del grande parco, ci siamo incamminati in coda verso il primo varco.

Un serpentone lunghissimo si snodava ordinato, colorato e allegro. Una cosa incredibile vedere una fila così lunga che senza alcuna confusione o fretta si muoveva come un torrente tortuoso percorre una valle prima dell’arrivo al mare.

Dopo un’ora buona abbiamo raggiunto il primo varco e ci siamo fermati per il pranzo. Giusto il tempo di un panino, quattro chiacchiere con i miei genitori e con gli amici di Staggia e poi via… di nuovo nel fiume di gente che ordinato si snoda verso l’ingresso in duomo.

Ti guardi intorno, osservi le mille facce che sono intorno a te e… c’è pace, allegria, emozione, niente pregiudizi, nessuno ti scruta per giudicare chi sei o come sei. Cresce dentro di me la curiosità di capire che cos’è che ci muove tutti verso quel luogo? Com’è possibile che migliaia e migliaia di persone qui siano tutte così… come una sola entità che cammina verso una meta comune. Così diversi tra noi eppure così “sincronizzati” verso la meta.

L’emozione ha cominciato a prendere il posto della curiosità, così come ogni cellula del mio corpo è diversa dalle altre, ma assieme si muovono e vivono con un comune sentire, le migliaia di persone attorno a me ed io con loro mi sono apparse cellule di un corpo più grande! E’ stata una sensazione che non so descrivere, forte, bellissima! Sempre più intensa man mano che ci avvicinavamo all’ingresso.

Appena entrati… SILENZIO…

Un breve filmato ci consente di comprendere bene ogni punto della Sacra Sindone e, a parte il caldo pazzesco in quell’atrio, il cuore mi si è stretto in petto mentre ascoltavo e guardavo… mio Dio, come abbiamo fatto ad infliggere tanto dolore a Tuo Figlio? E Tu, Gesù, come hai potuto sopportarlo? Quanto è grande il Tuo amore per l’uomo che pure ogni giorno ti tradisce?sindone1

Io ti ho dato quelle frustate, io sono una spina di quella corona, io mi sento parte del peso di quella croce, sono un colpo di martello su quei chiodi… il chiodo stesso!

La tristezza mi ha avvolto in un manto di tenebra… ero sola con il volto martoriato!

Entriamo.

In silenzio aspettiamo di giungere davanti al quel lenzuolo, prova della nostra miopia, prova del Suo amore per noi!

Cercavo di sbirciare il telo dal lato sinistro del duomo, ma vedevo poco. Quando finalmente è arrivato il nostro turno, ho guardato il sacro lenzuolo, ho visto quello che era il corpo di Gesù quando fu deposto dalla croce: il viso, il costato, le mani, i piedi, la nuca, le spalle, le gambe… Avrei voluto dirgli tante cose, gli ho presentato i nomi delle persone che avevo nel cuore, ma dopo dieci secondi, in me è calato un grande silenzio, tutta me stessa “taceva”… ed ho capito! Il Suo amore travalica ogni immaginazione umana ed Egli perdona i suoi stessi aguzzini.

Nella mente e nel cuore ero colma del Suo calore, di quell’amore che salva, libera e guarisce… e perdona chi Lo ama. Un terremoto di emozioni, forti ed irripetibili, e non semplici da spiegare.

Mi è venuto in mente che ogni volta che si pensa a qualcuno con amore, chiudiamo gli occhi, quasi a cercare una concentrazione migliore. Ecco, davanti a Lui ho avvertito in modo palpabile l’Amore di Cristo, il Suo era un volto non di dolore o di morte, ma di vittoria del bene sul male, l’annuncio della nostra salvezza nonostante tutta la nostra, la mia pochezza, Lui mi ama! Come io non sarò mai capace di amare nessuno.

Ho “sentito” la Sua fronte lacerata dalle ferite, il viso scavato e bagnato da lacrime e sangue … in quel momento ho visto me stessa e tutte le mie colpe lavate via d’un colpo! Non sono più triste, non ho più paura!

Sono uscita con quell’immagine e quell’emozione così intensa e dolce fissata nella mente e nel cuore. Grazie Gesù!

Nel pomeriggio la visita a Valdocco e dei luoghi di Don Bosco hanno come concretizzato i miei pensieri. Un uomo affidandosi completamente alla Provvidenza Divina che ha saputo aiutare giovani, bambini e ragazzi a diventare adulti, ha coltivato giovani vite e insegnato loro a divenire Uomini portando la fede nel mondo. Ha portato molti frutti facendosi strumento docile nelle mani di Dio.

Questa visita è stata per me un punto di riferimento per la mia fede che a volte è un po’ come la vela di una barca non fissata a dovere e, come le barchette nella visione di don Bosco, si piega a destra e a sinistra, ondeggia, si gonfia o si schiaccia a seconda di come soffia il vento.

La Sindone è stata per me come la cima fissata di prua: contrasta e fende il vento del mondo che ci impedisce un viaggio sicuro…

“Il tuo volto Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto”.

Noemi Tommasi Baldi