Gli 825 anni dalla canonizzazione di San Galgano e dalla fondazione della nostra Compagnia (Bollettino 3/2010)

Come annunciato nel precedente numero del nostro Notiziario, i mesi di novembre e dicembre del 2010 ci hanno visti impegnati nella celebrazione dell’ottocentoventicinquesimo anniversario della canonizzazione di San Galgano e della istituzione, in Chiusdino, dell’Inclita ed Insigne Compagnia a lui dedicata.

Durante il mese di novembre, nella sala delle conferenze della ex residenza scolastica di Chiusdino e grazie alla collaborazione della locale Biblioteca comunale, si sono tenute alcune conferenze che hanno consentito l’approfondimento della conoscenza della figura del santo eremita, delle sue memorie, del suo culto.

Nel pomeriggio di sabato 13 novembre, la Dott.ssa Giulia Pallini, assessore al comune in Chiusdino, in rappresentanza del Sindaco, ed il Rev.mo Mons. Giovanni Soldani, Vicario Generale dell’archidiocesi di Siena, a nome di S. Ecc. Rev.ma Monsignor Arcivescovo, con la loro prolusione al primo dei tre appuntamenti previsti, hanno inaugurato le celebrazioni galganiane.

L’assessore Pallini ha ricordato come la figura di San Galgano sia in un certo senso l’emblema del nostro territorio; Mons. Soldani si è a lungo soffermato sull’importanza delle confraternite nella società come lunghi di esercizio della pietà e della carità.

Il ciclo di conferenze si è aperto – né poteva essere altrimenti – con l’analisi delle testimonianze rilasciate durante l’inquisitio, cioè dell’inchiesta che sancì l’elevazione dell’eremita Galgano da Chiusdino alla gloria degli altari. Questo primo intervento è stato tenuto dal nostro Priore Generale e Governatore, il Prof. Andrea Conti.

Dopo la presentazione generale del documento, l’analisi si è soffermata su tre deposizioni, cioè quella della madre del santo, donna Dionisia, che indubitabilmente è la fonte cui hanno attinto le più antiche biografie sul santo, poi quella di Pagano che affermò di aver condiviso la vita eremitica con Galgano, segno che il giovane cavaliere chiusdinese aveva istituito una pur piccola comunità monastica, poi quella di due religiosi, Isacco e Strinato, membri di questa comunità, che nella loro deposizione parlarono delle presenza fra gli eremiti addirittura di una donna, Sibilia o Sibilla di Massa Marittima, ed infine quella di alcune persone che passarono solo una parte della loro vita, un anno o due soltanto, al servizio della comunità: secondo il Prof. Conti è proprio da questi laici che solo per un breve tempo soggiornarono nell’eremo per poi tornare alle loro attività quotidiane, che potrebbe aver avuto origine proprio la nostra antichissima Compagnia.

Dopo di lui è intervenuto il musicologo Alessio Cervelli che ha presentato un compiutissimo studio dell’antica innografia galganiana: in base ad un’accurata valutazione della metrica gregoriana usata dai compilatori degli inni e dal loro contenuto storico-biografio e teologico, egli ha potuto datare gli inni alla fine del XII o all’inizio del XIII secolo, e ne ha individuato la collocazione nell’ufficiatura liturgica del santo, se cioè ai primi o ai secondi vespri o alle lodi.

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Il secondo incontro si è tenuto sabato 20 novembre.

La serata è stata inaugurata dalla Prof.ssa Maria Ludovica Lenzi, già docente di Storia Moderna alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Siena, che ha presentato un intervento dal titolo: “I volti delle donne nella storia di San Galgano”. La dottissima relazione della Prof.ssa Lenzi si è soffermata soprattutto sulla descrizione di Dionisia, madre del santo, l’unica donna fra i testimoni del processo; di più: Dionisia è il primo testimone nel primo processo di canonizzazione di cui sia abbia notizia, ciò dimostra come la Chiesa abbia sempre riconosciuto il pieno diritto di testimonianza alle donne. Dai documenti la madre del santo emerge come dotata di una forte personalità, ma anche come una donna saggia, prudente e colta: è l’unica, infatti, che, fra i testimoni lesse il testo del giuramento che le venne sottoposto. Quindi il panorama si è allargato alla descrizione di Sibilia di Massa Marittima, la donna eremita; delle sconosciute donne che collaborarono alla costruzione dell’eremo di Montesiepi; dell’anonima moglie di Giovanni da Chiusdino, davanti ai cui occhi i tre pezzetti di pane donati dal santo al marito, si moltiplicarono; della fanciulla senza nome che consiglia un prigioniero a raccomandarsi a San Galgano; delle donne di Arezzo cui il santo dona tre denari – la Prof.ssa Lenzi ha spiegato il particolare interessantissimo, che il “denaro” era all’epoca il nome della moneta della repubblica di Siena, introdotta proprio in quell’anno – ed infine, sulla figura, definita “evanescente”, perché assente dalle fonti primarie, della fidanzata del santo, cui la tradizione ha dato il nome di Polissena.

Quindi il nostro Cancelliere, Alessio Tommasi Baldi, ha illustrato il sito: www.confraternita-sangalgano.it, tramite una relazione dal titolo “La Compagnia di San Galgano dal medioevo al web: otto secoli di storia attuale”: la realizzazione del sito si è resa necessaria per opporre alla stramberie esoteriche purtroppo in circolazione, una documentazione seria ed inoppugnabile in grado di mostrare 

 

il vero volto del nostro caro santo.

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Il terzo pomeriggio, sabato 27 novembre, è stato inaugurato dall’intervento della Dott.ssa Luciana Bartaletti, Presidente dell’Unione dei Comuni della Val di Merse nonché Vicesindaco di Chiusdino ma anche consorella della nostra Compagnia, ha voluto sottolineare come quest’istituzione, proprio per la sua storia otto volte centenaria, sia altamente rappresentativa del territorio del comune di Chiusdino e come, per questo, sia ancora chiamata a svolgere un ruolo fondamentale nella promozione del territorio.

La Prof.ssa Elisabetta Cioni, docente di Storia dell’Arte Medievale al dipartimento di Archeologia e

Storia delle Arti dell’Università degli Studi di Siena, con una relazione dal titolo “Il reliquiario della Sacra Testa di San Galgano del Museo dell’Opera di Siena ed il culto galganiano”, ha illustrato gli studi compiuti su questa eccezionale opera di oreficeria e già anticipati nel volume “Il reliquiario di San Galgano. Contributo alla storia dell’oreficeria e dell’iconografia”, pubblicato da S.P.E.S. nel 2005. Il reliquiario, in rame ed argento dorati, sbalzato e cesellato, realizzato fra il 1260 ed il 1270, già attribuito ad Ugolino di Vieri ed ora proprio dalla Prof.ssa Cioni, con puntigliosa analisi critica, supportata dal confronto con opere analoghe ed altre produzioni artistiche coeve, assegnato all’arte dell’orafo senese Pace di Valentino, costituisce un documento di grande importanza anche per lo studio della vita del santo in quanto testimonia la compiutezza della ricostruzione agiografica fin dalla metà del Duecento. Concepito come una sorta di tempietto a forma di torre di circa un metro di altezza, il reliquiario è suddiviso in tre ordini di figurazioni in bassorilievo, in quello inferiore sono rappresentati alcuni episodi della vita di san Galgano, nella fascia mediana sono raffigurati Gesù, la Vergine Maria e gli Apostoli; nella fascia superiore sono collocate le immagini della glorificazione del santo.

Ha concluso questo piccolo itinerario alla scoperta del vero volto di San Galgano, un intervento del nostro Correttore, il Rev. don Vito Nicola Albergo, Proposto di Chiusdino, il quale ha parlato dell’attualità del messaggio lasciato dal nostro santo patrono: innanzitutto come cercatore di Dio, uomo desideroso di trovare risposta ai grandi interrogativi della nostra esistenza, poi come uomo di pace: quando Galgano ha capovolto la sua spada e l’ha piantata nel terreno – non nella roccia, è stato più volte ribadito, ma nel terreno: così disse la mamma del santo davanti ai commissari pontifici e così dicono le più antiche biografie del santo – ha trasformato l’arma in una croce, simbolo della riconciliazione fra gli uomini e Dio e degli uomini fra di loro, ed infine come rispettoso custode della natura, frutto e segno dell’amore di Dio.

Le tre serate hanno visto un’eccezionale partecipazione di pubblico: numerosi infatti gli intervenuti, non solo di Chiusdino, ma anche di Firenze, di Siena, di Grosseto, di Colle di Val d’Elsa, di Poggibonsi.

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Il 3 dicembre, tradizionale festa di San Galgano, nell’oratorio della nostra Compagnia, il Rev. Correttore ha celebrato la Santa Messa in onore del nostro caro santo; la solenne celebrazione è stata accompagnata dai canti del coro parrocchiale. Al termine di essa, si è svolto il tradizionale rito del bacio della reliquia del santo al canto dell’inno “Della Sion beata”.

Tutti gli eventi hanno avuto anche un’ampia risonanza sulla stampa senese, sui quotidiani La Nazione e Il Corriere di Siena.

Frater